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Qui si racconta della figura, realmente esistita ma al contempo leggendaria, della bellissima nobildonna Lucida Samminiati, nata a Lucca nel 1606 e sposata due volte. Si narra che Lucida vendette l'anima al Diavolo per trent'anni di bellezza. Qui appare ai giorni nostri nel magnifico Parco di Villa Mansi, in un diario che procede a ritroso e in mezzo a giovani attori drogati. Le recite di Corte erano di prammatica, ma qui lo si fa in mezzo a un pubblico che non esiste: è la condanna di una donna senza futuro. Al romanzo seguono dodici racconti di ambientazione veneziana, russa e arcadica.